Un'Italia di basso profilo...
L’Italia importa soprattutto manodopera a basso costo, senza competenze specifiche, destinata in molti casi alla clandestinità, a lavori precari e senza contratto.
Esporta, al contrario, una generazione di giovani con un’alta formazione, conoscenza delle lingue ed esperienza internazionale.
Il quadro ricorda molto quello che si presenta oggi in Spagna, ma in Italia il problema esisteva già da prima della crisi. Quest’ultima lo ha solo aggravato.
La fuga ogni anno di 150.000 giovani con alta scolarizzazione implica che il problema migratorio per l’Italia è “qualitativo e non numerico”. “
Non lascia presagire niente di buono per il nostro Paese. Le conseguenze potrebbero essere terribili. Secondo il recente rapporto del centro studi Censis, nell’ultimo decennio il numero di cittadini che si sono trasferiti a vivere all’estero è raddoppiato.
Il 54% di coloro che l’hanno fatto nel 2012 aveva meno di 35 anni.”L’Italia ha un 20% di laureati rispetto alla media europea del 30%. Oltre al fatto che abbiamo pochi laureati, li lasciamo andar via. Ciò che sta facendo questo paese è un autentico disastro...
Si sta facendo proprio il contrario di ciò che si dovrebbe fare per uscire dalla crisi e superare i problemi strutturali.
Gli stessi motivi che inducono i giovani italiani ad abbandonare il proprio paese fanno sí che gli immigrati qualificati non scelgano l’Italia come meta. Secondo un’informativa della Rete Europea sulle Migrazioni, i lavoratori non comunitari altamente qualificati presenti nel Paese sono 71.761, un numero molto inferiore rispetto a Spagna (116.250), Francia (171.921), Germania (453.172) o Regno Unito (574.111).
Quest’ultimo studio avverte Roma che non solo sta attraendo, rispetto agli altri paesi della zona, meno immigrati appartenenti a questa categoria rispetto ai paesi limitrofi, ma che non sa nemmeno approfittare di quelli che riceve. Il 41% di loro lavora in una posizione per cui è richiesta una qualificazione più bassa rispetto a quella che hanno.