Un nuovo Presidente...
La questione morale è ancora il cuore del problema italiano, per quanto nel dibattito pubblico e nell’agenda politica il tema affiori e scompaia al ritmo degli scandali.
Il 2014 passato resterà nella storia italiana come l’anno della “tripletta”: Expo-Mose-Mafia Capitale.
Attento a questi temi il neo Presidente Sergio Mattarella ha indirizzato la quasi totalita del suo discorso di insediamento.
La lotta alla corruzione e alle mafie.
Una battaglia da lui definita “priorità assoluta”, visto che “la corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile. Divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini. Impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato. Favorisce le consorterie e penalizza gli onesti e i capaci”. C’è da sperare, una volta per tutte, che l’alto richiamo del Presidente Mattarella alla centralità dell’irrisolto coagulo di malaffare che ancora salda corruzione e organizzazioni mafiose, sprofondando l’Italia nella sfiducia, nel discredito internazionale, nella recessione, non accumuli polvere negli stessi archivi dove da decenni si stratificano gli appelli scomodi.
Proprio come le parole altrettanto nobili pronunciate da un altro Presidente appena eletto: “Ed è solo in questo modo che ogni italiano sentirà sua la sua Repubblica, la sentirà madre e non madrigna. Bisogna cioè che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e con i diseredati”.
Era il 9 luglio 1978, così parlava il compianto partigiano socialista Sandro Pertini.