Tolga il disturbo... Ministro...
«Potete contare su di me», così dice il Ministro Cancellieri alla famiglia, inquisita e per metà carcerata, Ligresti.
L’imprenditrice, coinvolta nell’indagine sul caso Fonsai, guarda caso, è stata scarcerata dopo che la guardasigilli, in seguito a contatti con la famiglia Ligresti, ha segnalato il suo caso all’amministrazione penitenziaria.
Tempistica la precisazione che il Procuratore Caselli, della Procura di Torino titolare dell’inchiesta: “La procura non è stata influenzata dal Ministro”. C’era bisogno di scriverlo, dott. Caselli? Qualcuno forse dubitava?
Giochiamo allora a fare noi il Ministro è rispondiamo a queste domande secondo coscienza:
1. Se fossi ministro della Giustizia e venissi a sapere di un detenuto in condizioni rischiose, e conoscessi quel detenuto, cosa farei?
2. Se fossi parente di detenuto in condizioni rischiose, proverei a raggiungere chi posso – ministro compreso – per segnalare il rischio?
3. Se il ministro avesse fatto quella telefonata per la figlia della sua portinaia, cosa avremmo pensato?
4. Se il ministro avesse fatto quell’identica telefonata per Stefano Cucchi, cosa avremmo pensato?
5. Se il ministro non avesse fatto quella telefonata per Stefano Cucchi, essendo informata delle condizioni, cosa avremmo pensato?
6. Dopo queste polemiche e proteste, gli interventi a protezione degli altri detenuti saranno più probabili o meno probabili?
7. Su tutti i detenuti in condizioni disumane e rischiose che ci sono nelle carceri italiane, quanti tweet e post scriveremo, la settimana prossima?
8. Quando un gip avalla le richieste di un pm di uso della carcerazione preventiva, e se ne dimostra l’inconsistenza, protestiamo, di solito? Chiediamo dimissioni?
9. Quante dimissioni abbiamo chiesto quando un detenuto è morto (135 non per cause naturali nel 2013) in carcere?