Sempre peggio...
Dal primo gennaio 2016 per andare in pensione occorrerà aspettare quattro mesi in più.
È quanto chiarisce una circolare (n. 63/2015) applicativa dell'Inps di un decreto del ministero dell'Economia sull'adeguamento previsto per legge dei requisiti previdenziali all`aspettativa media di vita.
Il prossimo aggiornamento scatterà nel 2019 (oggi la cadenza è triennale, ma dal 2019, dopo la riforma Fornero, diventerà biennale).
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, dal prossimo anno ai lavoratori maschi sia del pubblico sia del privato e agli autonomi serviranno 66 anni e sette mesi (con almeno 20 anni di contributi) e non più 66 anni e tre mesi.
Stesso discorso vale per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego.
Per le lavoratrici del settore privato, invece, l'incremento sarà maggiore: nel 2016 andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni e sette mesi (66 anni e sette mesi nel 2018) dagli attuali 63 anni e nove mesi.
Le lavoratrici autonome passeranno da 64 anni e nove mesi a 66 anni e un mese dal primo gennaio 2016 (66 anni e sette mesi nel 2018).
Per la pensione anticipata (chi lascia il lavoro in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia) dal 2016 il requisito salirà a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e a 41 anni e dieci mesi per le donne. Attualmente agli uomini servono almeno 42 anni e sei mesi di contributi mentre alle donne bastano 41 anni e sei mesi.
Per leggere il testo della circolare INPS, clicca su questo link: