Province si... Province no... la terra dei cachi...
La Corte dei Conti boccia senza se e senza ma il discusso disegno di legge “Delrio”, recante disposizioni su “Città Metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni”. Durante l'audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati del 6 novembre u.s., il giudizio della “Sezione delle Autonomie” della Corte è severo e non lascia spazio ad interpretazioni.
In linea generale si afferma che il progetto messo in atto non centra l'obiettivo del riordino degli Enti pubblici sul territorio e della semplificazione in applicazione dei principi di sussidiarietà, efficacia ed efficienza. Si continua poi sottolineando che il periodo di transitorietà, nel quale è prevista la convivenza tra Provincia e Città Metropolitana, è destinato a durare nel tempo creando confusione amministrativa ed aumentando gli oneri per la finanza pubblica.
La Corte è molto chiara al riguardo spiegando che “il trasferimento alle Città Metropolitane del patrimonio e delle risorse umane, finanziarie e strumentali delle Province, che dovrebbe seguire alla istituzione delle prime, si risolve in un meccanismo complesso e articolato, suscettibile di produrre costi e di alimentare il contenzioso, tanto più nell'ipotesi di ripartizione delle funzioni e delle risorse tra Provincia e Città metropolitana. Inoltre si conclude sottolineando che già le Province hanno risparmiato nel corso del 2012 tra i 100 e 150 milioni di euro e che l'assunto dell'invarianza degli oneri, perché si tratterebbe solo di un passaggio di risorse e funzioni dalla Provincia agli altrui enti territoriali, non trova fondamento, in primis perchè la struttura della spesa è fortemente squilibrata verso oneri inderogabili (risorse umane, mutui, ecc) e che i processi di unione o fusione di enti porterebbero delle deroghe al patto di stabilità interno.