Province... eccole di nuovo...

04.07.2013 22:37

Mercoledì 3 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità della riforma delle province approvata in diversi passaggi dal governo Monti. La Corte Costituzionale ha detto – accogliendo il ricorso di 8 regioni – che la riforma delle province non è una cosa che si possa fare tramite un decreto legge, ovvero quello strumento che il governo ha per gestire “casi straordinari di necessità e urgenza” e che permette alle misure di diventare immediatamente operative (con la necessità poi di una conversione in legge del Parlamento). I principali provvedimenti con cui il governo Monti aveva deciso la riforma, infatti, erano decreti legge.

Il primo fu il decreto “Salva-Italia”, che stabilì l’abolizione dei consigli provinciali e la riduzione delle competenze per quell’ente locale. Poi ci fu il decreto sulla spending review, ai primi di luglio del 2012, con cui si annunciava il dimezzamento del numero di province con criteri ancora da definire. A ottobre ci fu poi un altro decreto legge dedicato nello specifico alle province, con la presentazione di una famosa mappa che mostrava il nuovo assetto amministrativo italiano.

Di fatto, però, la riforma era già bloccata: con la crisi del governo Monti, tra le varie cose che erano state bloccate, c’era anche la conversione in legge di quest’ultimo decreto, mentre un emendamento della legge di stabilità approvato a dicembre 2012 ha rimandato di un anno, al primo gennaio 2014, l’abolizione dei consigli provinciali. Nel frattempo, Sicilia e Sardegna – regioni a statuto speciale e per questo escluse dalla riforma Monti – hanno preso iniziative autonome per abolire le province, che non sono toccate dalla sentenza di ieri della Corte Costituzionale.