Pensioni d'oro...

05.10.2014 14:22

La storia è di quelle brutte, brutte...

La legge 564 del 1996 (varata quando era ministro del Lavoro Tiziano Treu) autorizza i sindacati a incrementare, in proporzione allo stipendio, i trattamenti previdenziali dei lavoratori che sono stati distaccati (nel settore pubblico) o si sono messi in aspettativa (nel privato) per fare i dirigenti sindacali.

Il meccanismo è complicato, ma la conseguenza è semplice: se il sindacato riconosce, anche solo per un anno, una retribuzione molto più elevata della precedente, la pensione del fortunato neosindacalista spicca il volo, specie se proviene dal pubblico impiego e ha al suo attivo una lunga anzianità lavorativa.

A titolo di esempio, un lavoratore pubblico che nel 1992 aveva 15-18 anni di anzianità e oggi, a fine carriera, guadagna 2 mila euro al mese di stipendio, se nell’ultimo anno di servizio fosse distaccato al sindacato con uno stipendio ipotetico di 5 mila euro, vedrebbe aumentare la sua pensione da 1.800-1.900 fino a 3.500-4.000 euro al mese.

Di questo fantastico regalo hanno beneficiato dal 1996 a oggi più di mille sindacalisti italiani di tutte le appartenenze. 

Un approfondimento?

Lo fa Mario Giordano nel libro Sanguisughe (Mondadori): l’ex segretario della Cisl Sergio D’Antoni, classe 1946, dal 2001 gode di una pensione di oltre 5 mila euro netti al mese per l’attività svolta come docente universitario. 

Attività evidente mente marginale, visto che già nel 1977 era impegnato nella Cisl siciliana.