OK al referendum...
La Corte di Cassazione ha convalidato le 500 mila firma raccolte dai “Comitati per il sì” al referendum sulla riforma della Costituzione. Il quesito del referendum è stato approvato e ora il governo ha 60 giorni per decidere la data in cui si andrà a votare. Ma il referendum si sarebbe svolto comunque visto che ne hanno fatto richiesta, come prevede la legge, anche un quinto dei parlamentari. Diversi esponenti dell’opposizione hanno chiesto al governo di fissare la data rapidamente e nei primi giorni in cui è consentito farlo. Secondo le indiscrezioni pubblicate dai giornali, il governo invece non avrebbe fretta e starebbe pensando di fissare la data del voto nella seconda metà di novembre (si parla del 13, del 20 o del 27).
Il referendum deve tenersi una domenica tra il 50esimo e il 70esimo giorno dopo la data in cui viene pubblicato il decreto che lo indice. Se il decreto venisse promulgato domani, 9 agosto, sarebbe possibile votare 50 giorni dopo, cioè nei primi giorni di ottobre. Ci sono diverse ragioni di tattica politica, però, che sconsigliano al governo questa scelta. Più la data del referendum è vicina e più corta sarà la campagna elettorale. I sondaggi, al momento, indicano una parità tra i “sì” e i “no” e in alcuni casi un leggero vantaggio dei no. Spostando la data del referendum alla fine di novembre, il governo spera di avere più tempo per mettere in atto un’efficace campagna elettorale. Nei mesi scorsi la data più probabile per il referendum era indicata intorno all’inizio di ottobre (nella stampa la consultazione era spesso definita “referendum di ottobre”), ma ora si parla della fine di novembre.
Inoltre, intorno alla metà di novembre il governo spera di riuscire ad approvare la nuova legge di stabilità in almeno uno dei due rami del parlamento. Votare dopo l’approvazione parziale della legge è importante per due motivi: da un lato il governo può utilizzarla per ottenere consensi, inserendo sgravi fiscali o bonus, dall’altro, in caso di sconfitta e di eventuali dimissioni del governo, ci sarebbero meno complicazioni e rallentamenti nell’approvare una delle leggi più importanti dell’anno.
Infine, l’ultima ragione per ritardare il voto è che il 4 ottobre la Corte Costituzionale si esprimerà sull’Italicum, la nuova legge elettorale approvata lo scorso 4 maggio. Secondo molti commentatori è probabile che la Corte accoglierà almeno alcune delle “eccezioni di incostituzionalità” rivolte alla leggere, rendendo forse necessario un nuovo passaggio parlamentare.