Noi per costruire...
Il fallimento politico della Seconda Repubblica ha condizionato gli ultimi vent’anni sviluppando un contesto sociale in cui si è radicata la protesta, che sino a qualche tempo fa appariva patrimonio di un ramo dell’elettorato di sinistra, oggi prerogativa anche di una gran parte di quello della destra.
Causa di tutto ciò, la mediocrità degli esponenti politici, e l’incapacità dei partiti di aprire una nuova fase della storia italiana postuma a Tangentopoli.
La crisi economica in atto, fattore esterno alla nazione ma interno al sistema economico cui siamo soggetti, ha contribuito a velocizzare la fine, prossima, del modello politico della Seconda Repubblica.
Dopo la drammatica pagina di Tangentopoli, che svela la corruzione ai vertici del sistema Italia, i partiti della Seconda Repubblica, sospinti dal vento dell’indignazione e dalla possibilità di cambiamento, ebbero l’opportunità di compiere un passo successivo nella storia italiana, aprendo una nuova fase di riforme e dando alla Costituzione la condizione, ed il contesto, per rinnovarsi dopo 40 anni dalla sua nascita.
Ma fino ad oggi la politica ha vissuto una lunga fase di stagnazione; destra e sinistra unite nella mediocrità dei loro esponenti non hanno saputo anteporre ai loro interessi quelli di una Italia bisognosa di un cambiamento (lavoro, giustizia, economia e politica stessa).
Se il berlusconismo è stato artefice di una politica fondata sull’individualismo, e sulla logica del potere non già come fonte per la collettività, quanto per la scalata sociale al potere, la sinistra non ha saputo anteporre al berlusconismo un’idea di sistema politico efficace, tanto che instabilità e alternanza sono state le debolezze di questo ventennio. La società ha un urgente bisogno di cambiamento sociale, morale e politico, e siccome i partiti hanno fallito la strada delle riforme e della Costituzione, sono due le strade che abbiamo innanzi a noi: o si arriva al cambiamento attraverso un processo democratico, e dunque riformulando le questioni in Parlamento, oppure attraverso un processo antidemocratico e storicamente degenerativo, che è quello delle rivolte in piazza (gli ultimi avvenimento sono le avvisaglie). Entrambe, pur con modalità diverse, sono altrettanto efficaci.