Morti di Stato...
Barack Obama ha messo sotto accusa Vladimir Putin per l'abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines.
Una responsabilità se non diretta, almeno politica.
E' lui che, dopo aver conquistato la Crimea, ha fomentato la rivolta delle milizie separatiste nelle zone orientali dell'Ucraina; è lui che ha innescato il conflitto con l'obiettivo di annettere alla Russia quelle regioni.
La colpa è dei separatisti russi
Nel breve discorso tenuto nella sala stampa della Casa Bianca, Obama ha puntato il dito contro le formazioni militari vicine a Mosca e di conseguenza contro il leader del Cremlino. Senza alcun dubbio, il missile è stato sparato dal territorio controllato dai filo russi.
"I separatisti non possono abbattere gli aerei senza armi sofisticate e addestramento che viene dalla Russia" – ha detto esplicitamente Obama. Il riferimento è alle batterie di missili SA – 11, il missile terra – aria che, secondo l'intelligence Usa, ha colpito l'aereo malese.
Obama ha affondato i suoi colpi al termine di una giornata in cui anche la maggior parte delle cancellerie occidentali ha messo nel mirino i filo russi per la morte delle 298 persone che si trovavano a bordo del volo MH17.
Quella del volo MH17 è una ''tragedia globale'': serve un cessate il fuoco immediato – ha aggiunto Obama. Per la Casa Bianca, l'abbattimento dell'aereo può diventare il punto di svolta del conflitto.
L'internazionalizzazione della guerra ucraina può essere l'elemento, secondo gli americani, per chiudere Vladimir Putin in un angolo e costringerlo a togliere il suo appoggio alle milizie filo russe.
In realtà, per il leader del Cremlino questa potrebbe essere un'opportunità. Potrebbe svincolarsi dai separatisti proprio nel momento in cui appare chiaro che questi saranno i veri sconfitti di questa guerra.