Mobilità del personale...
Sulla base di quanto stabilito nel Protocollo d'Intesa del 25 gennaio u.s. - la Commissione bilaterale per la mobilità - costituita con nota prot. n. 32033/A11110 del 10 luglio 2015 - si é riunita il giorno 29 febbraio 2016, alle ore h. 10.00, presso la sala riunioni saletta 2° piano (stanza n. 224) – della sede regionale di via Viotti 8 – Torino.
Questo l’intervento di Luigi SERRA (CSA): rileva quale criticità la sostanziale “assenza” di una politica del personale con riguardo all’esigenza di considerare la mobilità una risorsa a disposizione delle politiche del personale ed in materia di organizzazione del lavoro. Rileva altresì quale criticità il fatto che l’Amministrazione, all’avvio dei lavori della Commissione bilaterale, non si faccia portatrice di proposte sulle quali aprire il confronto. A riguardo reputa necessario uno specifico incontro politico, possibilmente entro il mese di marzo. ribadisce il concetto che la mobilità rappresenta un segmento strategico del modello di organizzazione del lavoro, oggi particolarmente deficitario all’interno del nostro Ente. Ritiene determinante che l’Amministrazione nella sua componente politica rappresenti entro il mese di marzo - in un proprio documento – la propria posizione circa la funzione che la mobilità del personale assume nei contesti organizzativi dell’Ente.
Ritiene, infatti, che ad oggi la mobilità é governata secondo un approccio quasi casuale, legato a contingenze, senza organicità né sistematicità. Per addivenire – anche attraverso un percorso graduale – ad una nuova disciplina che tenga in debito conto le esigenze delle strutture e del personale, occorre un forte impegno politico.
In questo scenario ritiene che la mobilità debba dare risposte a tre tipologie di casistiche, così sintetizzabili:
1) mobilità per interesse dell’amministrazione;
2) mobilità per arricchimento professionale a richiesta del dipendente;
3) mobilità legata al “benessere organizzativo ovvero al “malessere organizzativo”.
Se le prime due fanno parte delle facciata di una stessa medaglia, la terza pone al centro del problema l’esigenza del dipendente di non subire l’assenza di risposte da parte dell’Amministrazione. Ritiene necessario che l’amministrazione attivi nei confronti dei dirigenti al centro del casi di “malessere organizzativo”, analisi volte a verificare l’attitudine al governo delle relazioni che si instaurano nell’ambito dei processi relazionali lavorativi, traendone quindi le logiche conseguenze.
Il tema del benessere deve essere pertanto oggetto di una trattazione ad hoc, coinvolgendo fattivamente nel dibattito la dirigenza. Con riferimento alla mobilità all’interno delle strutture, occorre rivederla alla luce dell’attuale contesto: se viene ritenuta strategica, occorre eventualmente individuare meccanismi incentivanti.