Lettera ai Gruppi Consiliari...

04.09.2017 15:48

La problematica sconta una serie di problematiche che a distanza di tempo ancora non sono risolte.

La questione di principio generale è relativa alla necessità di superare al più presto la fase transitoria per i dipendenti riallocati in Regione, superare al più presto il ruolo separato, previsto dalla legge regionale n. 23/2015 (art. 12 comma 4), nonché definire la situazione ibrida dei “distaccati” presso la Città Metropolitana e le varie Province.

Molteplici ancora oggi sono le anomalie presenti relative al trattamento tra lavoratori ex-province e comunità montane e lavoratori regionali, almeno dal punto di vista giuridico e organizzativo, ma anche da quello economico per quanto riguarda le voci non soggette al congelamento previsto dalla legge Del Rio.

Bisogna innanzitutto precisare che il “distacco” è un istituto ignoto alla legislazione del pubblico impiego che, tuttavia, nella prassi aveva ed ha ancora una certa diffusione.

Esso prevede che il dipendente venga destinato, solo temporaneamente, ad un ufficio diverso da quello in cui è formalmente assegnato, ma comunque dell’amministrazione datrice di lavoro.

Ciò detto, è necessario capire per quanto tempo andrà a perdurare la fase di temporaneità (che attualmente perdura da oltre 17 mesi) ovvero quando le persone verranno definitivamente ricollocate in Regione.

Qualora poi si volesse equiparare il distacco all’istituto del comando, tra le caratteristiche di quest’ultimo istituto, oltre alla definizione del termine temporale, vi è l’acquisizione dell’assenso da parte del lavoratore.

Si segnala, a tal riguardo, che al personale regionale in distacco, ad oggi, non è stato richiesto alcun assenso.

Appare del tutto evidente quanto necessario chiarire quale sia la collocazione giuridica e organizzativa del personale in distacco.

Il perdurare di tale situazione sta generando situazioni di malessere organizzativo e di disagio lavorativo in netto contrasto con i principi e le azioni recentemente promosse dal CUG e dalla L.R. 5 del 23/03/2016.

Spesso è origine anche di disservizi in quanto le lavoratrici ed i lavoratori “distaccati” spesso sono impossibilitati a svolgere le funzioni regionali assegnate (vedasi ad esempio il caso determinatosi nell’ambito estrattivo dove per la mancanza di personale non è stato ancora istituito l’ATO di vigilanza per Novara-Biella-Vercelli - L.R. n. 23/2016,).

Non è più pensabile rilevare che il personale in distacco non debba avere parità di trattamento con i lavoratori riallocati in Regione, in particolare per quanto riguarda:

-         la possibilità di partecipare alla mobilità interna ed esterna;

-         l’accesso alla banca dati professionalità (per poter accedere ai bandi per nuove PO come gli altri lavoratori regionali);

-         i percorsi di aggiornamento e di intervento formativo;

-         il telelavoro;

-         l’orario di lavoro attraverso l’utilizzo di badge e bollatrice regionale con la conseguente possibilità di poter maturare n. 5 buoni pasto alla settimana anziché n. 2 come sta avvenendo.

Si sottolinea inoltre la problematica relativa all’accesso delle progressioni orizzontali per tale personale.

Recentemente, ad esempio, sia la Provincia di Novara sia la Regione Piemonte hanno dato avvio all’approvazione delle graduatorie per l’assegnazione delle progressioni orizzontali, alle quali il personale in distacco non ha, per entrambi gli Enti, potuto partecipare.

Per quanto sopra indicato ne consegue chiaramente un trattamento non paritario tra i dipendenti dovuto a regole penalizzanti.

Per quanto riguarda il salario accessorio, si chiede l’abolizione della frase contenuta nell’art. 20 comma 3 delle Convenzioni che recita “aventi natura fissa e continuativa” perché in contrasto con l’art. 1, comma 96 della legge 56/2014 e con l’art. 12, comma 1, della L.R. n. 23/2015.

Infatti, la legge n. 56/2014 ribadisce che il personale trasferito mantiene il salario accessorio in godimento all’atto del trasferimento.

Alla luce di quanto sopra, con la presente si chiede di poter addivenire su questi temi ad uno specifico incontro.

Rimanendo in attesa di un cortese riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore CSA

                                                                                   dell’Ente Regione Piemonte

                                                                                              Luigi SERRA