Le riforme e le chimere...

20.09.2014 14:05

A breve, vedremo i primi effetti di alcune chimeriche riforme, in primis, quella targata Del Rio sugli enti provinciali.

Una trasformazione che, di fatto, non solo non cancella le provincie (come quella istituzionale non cancellerà il Senato) ma non modifica né le loro competenze né semplifica i livelli amministrativi, ma elimina unicamente quel controllo politico essenziale e basilare rappresentato dall’esercizio del voto.

Per ora, in prossimità delle elezioni di secondo grado che si svolgeranno per le Provincie e le Città metropolitane tra il prossimo 28 settembre ed il 12 ottobre, la prima tangibile conseguenza è l’elevazione dell’inciucio a sistema, il trasformismo che diventa regola e la gestione come  fine e non già come mezzo.

Si potrà obiettare che, in fondo, non è poi questa una novità.  

E’ vero. Ma la metamorfosi della politica, del suo ruolo e della sua funzione all’interno della società italiana è sempre più preoccupante, perché la sua delegittimazione è inversamente proporzionale alla sua autorevolezza ed alla sua capacità di incedere sui processi in atto ed invertire una rotta che porta dritta al commissariamento della nostra democrazia.

In cantiere, o meglio, in progetto, vi sono altri interventi come la riforma della giustizia e quella del sistema scolastico ed universitario, la cui fase embrionale risente del clima di spot e di slogan che ricordano per l’appunto l’esperienza Del Rio.

Continuare sul solco tracciato confondendo obiettivi ed invertendo le priorità, equivale a ridicolizzare la necessità e la credibilità stessa delle riforme.