La sfida americana...

11.10.2016 23:55

Due settimane fa avevano preso le misura. Questa volta Hillary Clinton e Donald Trump, nel loro secondo dibattito televisivo, non risparmiano le munizioni. Colpi bassi, accuse, bugie, frasi ad effetto: alla Washington University di Saint Louis va in scena un confronto aspro. Da una parte l’Hillary Clinton già vista due settimane fa: rassicurante, sicura, determinata. Dall’altra Donald Trump in tenuta da battaglia e con una strategia apparsa chiara fin dall’inizio: non rispondere mai alle domande e usare il tempo a disposizione per attaccare l’avversaria.

Bisogna attendere solo pochi minuti prima che l’episodio che ha terremotato la campagna di Trump, il video diffuso dal Washington Post in cui il candidato repubblicano si esprime con frasi pesantemente sessiste, entri di prepotenza nello scontro. Il tycoon si difende: “Ho già chiesto scusa, sono solo chiacchiere, cose che si dicono. Quel video non mi rappresenta”. È l’assist ideale per Hillary: “Non è vero, Il video dimostra esattamente chi è", ribatte l’ex segretario di Stato mettendo in fila tutti gli episodi di sessismo attribuiti a Trump nei mesi precedenti.

La candidata democratica viene ripetutamente incalzata dallo sfidante sul tema emailgate. “Stai mentendo di nuovo", attacca il tycoon. "Dovresti vergognarti di te stessa per aver cancellato le email", incalza, deridendo la rivale perché da Segretario di stato non conosceva il significato della lettera "C" (classificato) sui documenti. Quindi, arriva all’affondo più duro di tutto il dibattito. "Se fossi io a fare le leggi, Hillary Clinton sarebbe in galera”, tuona Trump annunciando, in caso di elezione, di volere fare aprire un’inchiesta sulla questione. Hillary replica con la consueta sintetica linea di difesa: “Ho sbagliato, mi sono scusata, non lo rifarei". Capitolo chiuso. Trump vorrebbe restare sull’argomento ma i moderatori obbligano a voltare pagina.

La discussione si infiamma quando si parla di politica estera. L’ex segretario di Stato accusa la Russia di “lavorare” a favore di Trump: “Non era mai successo prima che un avversario si adoperasse così tanto per influenzare il risultato delle elezioni.E credetemi, non stanno cercando di far eleggere me". Il tycoon replica di “non sapere nulla della Russia”, né di avere prestiti dalla Russia. Basta poco perché il tema scivoli sulla Siria. Trump, senza scomporsi minimamente, prende le distanze dal suo vicepresidente che aveva criticato nell’ultimo dibattito il ruolo giocato dalla Russia e nella partita siriana e coglie l’occasione per criticare la politica estera “da stupidi” dell’amministrazione Obama. Clinton parla di strategie, esclude categoricamente l’ipotesi di un intervento di terra e lascia aperta la porta alla possibilità di armare i curdi.

È sul finale che scatta una piccola sorpresa. Un cittadino chiede ai due sfidanti se ci sia qualcosa che apprezzano dell’altro. Parte Hillary: "Rispetto i suoi figli, incredibilmente capaci e devoti. Come madre e nonna considero questa una cosa molto importante". Trump, dopo 90 minuti trascorsi senza concedere nulla all’avversario, sceglie di chiudere con fair play: “È una donna forte, che non molla”. Il pubblico apprezza. E al termine si sana anche un piccola nota stonata iniziale. I due sfidanti – che si erano tenuti distanti prima del confronto - si stringono finalmente la mano. Bilancio finale? Per il sondaggio della Cnn non c'è storia: Hillary ha stravinto.