La mafia, contro il Papa...

13.01.2014 14:36

Mentre la maggioranza dei cattolici applaude alle riforme di papa Francesco che, in nove mesi di pontificato, gode di una popolarità e un’approvazione raramente viste tra i suoi predecessori, piccoli e potenti gruppi mostrano antipatia verso questi stessi cambiamenti. 

Uno di questi è la mafia.

I boss, cui potere e ricchezza provengono dai legami con la Chiesa, sono sempre più nervosi” dice Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della direzione antimafia del Tribunale di Reggio Calabria e autore di cinque libri sul tema, l’ultimo dei quali uscito ad ottobre col titolo “Acqua santissima” (Mondadori, 2013). Francesco sta smontando centri di potere economico in Vaticano, e se i mafiosi dovessero avere in futuro la possibilità di fargli lo sgambetto, non esiteranno”.

Da quando è assunto al trono di Pietro, il 13 marzo, papa Francesco ha imposto regole più rigide alla gestione dell’Istituto per le Opere Religiose (IOR), la cosiddetta Banca Vaticana. 

Dopo aver obbligato l’istituto bancario a rispettare le leggi che reggono il funzionamento di qualsiasi istituzione finanziaria internazionale simile, ha messo in piedi un’équipe per accompagnarne giorno e notte il funzionamento, ha commissionato il primo rapporto sul riciclaggio di denaro sporco nella storia dell’istituto e, recentemente, ha annunciato che monsignore Alfred Xuereb, suo segretario personale, supervisionerà tutti i lavori dello IOR, riferendone direttamente a lui. 

A tutt’oggi non viene scartata la possibilità di sopprimere la Banca Vaticana, poiché non svolge più la funzione stabilita nel suo statuto.