Sulla Legge di Stabilità...
La Legge di Stabilità rappresenta l’ennesima occasione persa per riavviare la crescita e lo sviluppo del Paese.
In essa non solo mancano le riforme strutturali di cui il sistema Italia necessita per tornare competitivo, ma si evidenzia un’ assoluta carenza di una qualsiasi visione prospettica e programmatica.
La manovra, cioè, non è sorretta da un progetto di largo respiro, risultando in definitiva l’ennesimo crogiuolo di disposizioni slegate, prive di un filo conduttore comune, a volte in contraddizione l’una con l’altra e dirette esclusivamente a far quadrare i conti.
Il CSA è un sindacato autonomo in tutto. Chiediamo innanzitutto la riforma del fisco. Poi riteniamo fondamentale la lotta agli sprechi e l'eliminazione immediata degli enti inutili. Questa legge di stabilità è senza sviluppo e prospettiva per il nostro Paese.
Ancora una volta si sbaglia a 'tagliare' sulla sanità e la scuola.
Troppo facile colpire questi settori. Criticabile anche il metodo adottato dal governo, che non ha mai voluto discutere con il sindacato sulla manovra economica.
Crediamo sia utile una modifica radicale del sistema fiscale attraverso la deduzione delle spese sostenute da parte del contribuente, prevedendo l'applicazione dell'imposizione sulle persone fisiche solo sul reddito residuo.
Sul piano della spesa pubblica oltre all'abolizione degli enti inutili, occorrerebbe cancellare le migliaia di consulenze clientelari esistenti, responsabilizzando ogni titolare dei centri di spesa.
La pubblica amministrazione è oggetto di un vero e proprio attacco. Dal 2010 i contratti sono bloccati, molte lavoratrici e molti lavoratori vivono con grandi disagi e stipendi ridotti.
Il Governo, l'Italia, deve cambiare registro.