La legge di in-stabilità...
La Legge di Stabilità, in corso di approvazione, - dicono dalla Cisal - rappresenta l’ennesima occasione persa per riavviare la crescita e lo sviluppo del Paese.
In essa non solo mancano le riforme strutturali di cui il sistema Italia necessita per tornare competitivo, ma si evidenzia un’ assoluta carenza di una qualsiasi visione prospettica e programmatica. La manovra, cioè, non è sorretta da un progetto di largo respiro, risultando in definitiva l’ennesimo crogiuolo di disposizioni slegate, prive di un filo conduttore comune, a volte in contraddizione l’una con l’altra e dirette esclusivamente a far quadrare i conti. E tutto sulle spalle degli italiani (e solo quelli onesti)! Sintomatico, in tal senso, è quanto previsto dalla c.d. clausola di salvaguardia (art.10 comma 35), per cui se non vengono reperite le risorse ivi indicate, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, entro il 15 gennaio 2015 “…sono disposte variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni della misura delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3.000 milioni di euro per l’anno 2015, 7.000 milioni di euro per l’anno 2016 e 10.000 milioni di euro a decorrere dal 2017”.
Ma d’altra parte tutta la manovra pare un gioco di prestigio, per cui se con una mano si mostra di dare qualcosa con l’altra la si riprende! Se da un lato:
· si interviene sull’IMU;
· vengono allentati i vincoli del patto di stabilità;
· si concede una riduzione del cuneo fiscale (peraltro assolutamente insufficiente per il rilancio dei consumi);
dall’altro:
· si prevedono nuove forme di tassazione immobiliare, che lasciano ampi margini di libertà impositiva ai comuni;
· si chiede agli Enti Territoriali, un maggiore contributo al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica (con il
rischio/certezza di un aumento dell’imposizione locale ovvero della riduzione dei servizi);
· si prevedono tagli alle agevolazioni e detrazioni fiscali;
· si prevede l’aumento delle imposta di bollo sulle comunicazioni finanziarie ( che riguarderà anche i correntisti postali ed il
cui peso finirà per ricadere interamente sul cliente);
· si prevede un ulteriore inaccettabile blocco della indicizzazione delle pensioni.
Senza contare che dai benefici relativi alla riduzione del cuneo fiscale restano esclusi, oltre i lavoratori autonomi anche i pensionati e gli incapienti ( sono circa 25 milioni, TUTTI colpiti dall’aumento dell’IVA!).
Nella manovra, inoltre,
· risultano insufficienti le misure per infrastrutture e trasporti: in particolare, per il TPL e regionale, se si considera lo stato di profonda crisi in cui da anni verte il settore e la vetustà del parco veicoli (in media 10 anni per gli autobus e 20 anni per locomotori e carrozze ferroviarie);
· risultano insufficienti gli stanziamenti per la cassa integrazione in deroga e i contratti di solidarietà, neanche in linea con i fabbisogni stimati (e prudentemente!) per il 2014;
· Risulta insufficiente e non risolutivo del problema, l’incremento di 6000 unità del contingente dei salvaguardati (esodati).
Mentre sul versante del contenimento della spesa· si continua con la politica dei tagli lineari non selettivi;· si prevedono ulteriori penalizzazioni per i pubblici dipendenti (blocco di ogni possibilità di aumenti stipendiali e del turn over, cancellazione dell’indennità di vacanza contrattuale per il 2013 e il 2014, taglio lineare sugli straordinari, ulteriore rateizzazione dell’indennità di fine rapporto; nulla viene previsto invece per risolvere la vergognosa problematica del precariato nella P.A.).
Misure che, in assenza di una riforma seria della Pubblica Amministrazione, si ripercuoteranno inevitabilmente anche sulla quantità e qualità dei servizi al cittadino, in tutti i livelli e settori, compreso quello sanitario.
Questa legge di stabilità, in conclusione, non centra alcun obiettivo!
Non combatte gli sprechi, non investe sui settori strategici, non riduce la pressione fiscale (ed anzi l’aumenta), non combatte l’evasione, non incentiva la ripresa dei consumi e risulta, inoltre, penalizzante per i ceti più deboli.
In questo modo il Governo pensa di rilanciare il Paese?