La CGIL divide...

24.03.2017 17:25

LO STATO PRENDE E PORTA VIA… ED I DIPENDENTI CI RIMETTONO DI TASCA PROPRIA!!!

E’ di qualche giorno or sono, la lettera della CGIL che interviene sul tema dei dipendenti ex Provinciali trasferiti in Regione Piemonte a seguito del nefasto dispositivo della legge n. 56 del 2014 (la cosiddetta Legge Del Rio - una normativa che anticipava la soppressione di Enti costituzionalmente previsti, riforma delegittimata dal voto del REFERENDUM del 4 dicembre 2016).

Una lettera attraverso la quale la CGIL ha praticamente chiesto all’Amministrazione regionale di destinare le eventuali risorse economiche aggiuntive… “SOLO” al personale ex Provinciale.

Che le colleghe ed i colleghi ex Provinciali stiano vivendo una situazione paradossale, caratterizzata da gravi problematiche connesse al mancato riconoscimento paritetico del 100% dello status giuridico/economico ed amministrativo dei dipendenti regionali, è un fatto DENUNCIATO da sempre dalla nostra Organizzazione sindacale ed a cui l’Amministrazione deve porre rimedio senza ulteriori indugi.

Se il trattamento accessorio del personale proveniente dalle Province risulta inferiore a quello percepito dai dipendenti Regionali, occorre ovviamente una omogeneizzare di questo trattamento economico… alzando quello inferiore… e non altro!!!

Che qualcuno pensi di attuare politiche economiche volte a penalizzare ed a dividere i dipendenti della Regione Piemonte... si sbaglia di GROSSO! NOI NON CI STIAMO. Che sia chiaro: il CSA non intende rinunciare ad un miglioramento del trattamento accessorio per TUTTI I DIPENDENTI che prestano servizio in Regione Piemonte… vecchi e nuovi!

Per questo motivo nel corso dell’incontro politico avuto con il Presidente Chiamparino dello scorso febbraio, avevamo chiesto un aumento delle risorse del fondo del salario accessorio delle categorie attraverso:

- l’utilizzo dei fondi europei per implementare le risorse economiche da destinare al personale delle categorie.

- la realizzazione del Piano delle razionalizzazione delle spese (art. 16, commi 4 e 5, del d.l. 98/2011) al fine di recuperare risorse economiche da destinare al personale delle categorie.

- la previsione dello spostamento di parte del fondo della produttività della Dirigenza sul fondo delle categorie.

Proposte peraltro ribadite in occasione della consultazione avvenuta in I°Commissione consiliare sul disegno di legge n. 237 “Bilancio di previsione finanziario 2017-2019”.

RICORDIAMO CHE NESSUN ALTRO SINDACATO IN QUELLA SEDE ISTITUZIONALE AVEVA AVANZATO ANALOGHE PROPOSTE

Le politiche sul personale portate avanti sino ad oggi dall’Amministrazione, sotto le mentite spoglie del “miglioramento e del riordino”, sono sembrate nient’altro che un goffo tentativo volto a trasferire fondi sulla produttività in modo da dividere il budget storico economico del fondo tra tutti i dipendenti ovviamente aumentati di numero. Come viene divisa una torta se i commensali aumentano? Ovviamente le fette diventano più piccole…

La situazione è molto complessa e le facili soluzioni sindacali di carattere populista non portano da nessuna parte. Diffidiamo quindi l’Amministrazione ad attivare tavoli di confronto con singole Organizzazioni sindacali su materie contrattuali ove è prevista la contrattazione.

La legge n. 56 del 2014, ha avuto lo scopo di accollare alle Regioni i costi della riforma costringendole a reperire all’interno dei propri Bilanci le risorse mancanti per la gestione delle funzioni. Che siano quindi le Regioni a pretendere dallo Stato l’immediato recupero delle spese che sono state indotte a sostenere con risorse proprie.

Già l’11 settembre 2014 a seguito della stipulazione dell’accordo tra Stato e Regioni, l’allora Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino dichiarò: “le Regioni aspettano di vedersi assicurati già nella legge di stabilità i finanziamenti per assicurare i servizi che prima gestivano le Province”.

Presidente Chiamparino, da allora che azioni ha messo in campo la Regione Piemonte per ottenere quanto da Lei auspicato?

LO STATO PRENDE E PORTA VIA… ED I DIPENDENTI CI RIMETTONO DI TASCA PROPRIA!!!

 

E’ di qualche giorno or sono, la lettera della CGIL che sul tema dei dipendenti ex Provinciali trasferiti in Regione Piemonte a seguito del nefasto dispositivo della legge n. 56 del 2014 (la cosiddetta Legge Del Rio - una normativa che anticipava la soppressione di Enti costituzionalmente previsti, riforma delegittimata dal voto del REFERENDUM del 4 dicembre 2016).

Una lettera attraverso la quale la CGIL ha praticamente chiesto all’Amministrazione regionale di destinare le eventuali risorse economiche aggiuntive… “SOLO” al personale ex Provinciale.

Che le colleghe ed i colleghi ex Provinciali stiano vivendo una situazione paradossale, caratterizzata da gravi problematiche connesse al mancato riconoscimento paritetico del 100% dello status giuridico/economico ed amministrativo dei dipendenti regionali, è un fatto DENUNCIATO da sempre dalla nostra Organizzazione sindacale ed a cui l’Amministrazione deve porre rimedio senza ulteriori indugi.

Se il trattamento accessorio del personale proveniente dalle Province risulta inferiore a quello percepito dai dipendenti Regionali, occorre ovviamente una omogeneizzare di questo trattamento economico… alzando quello inferiore… e non altro!!!

Che qualcuno pensi di attuare politiche economiche volte a penalizzare ed a dividere i dipendenti della Regione Piemonte... si sbaglia di GROSSO! NOI NON CI STIAMO. Che sia chiaro: il CSA non intende rinunciare ad un miglioramento del trattamento accessorio per TUTTI I DIPENDENTI che prestano servizio in Regione Piemonte… vecchi e nuovi!

Per questo motivo nel corso dell’incontro politico avuto con il Presidente Chiamparino dello scorso febbraio, avevamo chiesto un aumento delle risorse del fondo del salario accessorio delle categorie attraverso:

- l’utilizzo dei fondi europei per implementare le risorse economiche da destinare al personale delle categorie.

- la realizzazione del Piano delle razionalizzazione delle spese (art. 16, commi 4 e 5, del d.l. 98/2011) al fine di recuperare risorse economiche da destinare al personale delle categorie.

- la previsione dello spostamento di parte del fondo della produttività della Dirigenza sul fondo delle categorie.

Proposte peraltro ribadite in occasione della consultazione avvenuta in I°Commissione consiliare sul disegno di legge n. 237 “Bilancio di previsione finanziario 2017-2019”.

RICORDIAMO CHE NESSUN ALTRO SINDACATO IN QUELLA SEDE ISTITUZIONALE AVEVA AVANZATO ANALOGHE PROPOSTE

Le politiche sul personale portate avanti sino ad oggi dall’Amministrazione, sotto le mentite spoglie del “miglioramento e del riordino”, sono sembrate nient’altro che un goffo tentativo volto a trasferire fondi sulla produttività in modo da dividere il budget storico economico del fondo tra tutti i dipendenti ovviamente aumentati di numero. Come viene divisa una torta se i commensali aumentano? Ovviamente le fette diventano più piccole…

La situazione è molto complessa e le facili soluzioni sindacali di carattere populista non portano da nessuna parte. Diffidiamo quindi l’Amministrazione ad attivare tavoli di confronto con singole Organizzazioni sindacali su materie contrattuali ove è prevista la contrattazione.

La legge n. 56 del 2014, ha avuto lo scopo di accollare alle Regioni i costi della riforma costringendole a reperire all’interno dei propri Bilanci le risorse mancanti per la gestione delle funzioni. Che siano quindi le Regioni a pretendere dallo Stato l’immediato recupero delle spese che sono state indotte a sostenere con risorse proprie.

Già l’11 settembre 2014 a seguito della stipulazione dell’accordo tra Stato e Regioni, l’allora Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino dichiarò: “le Regioni aspettano di vedersi assicurati già nella legge di stabilità i finanziamenti per assicurare i servizi che prima gestivano le Province”.

Presidente Chiamparino, da allora che azioni ha messo in campo la Regione Piemonte per ottenere quanto da Lei auspicato?