Italicum...
Secondo le indiscrezioni, la versione finale dell’Italicum – che dovrebbe essere formalizzata con un emendamento del relatore Sisto, prima dell’approdo in Aula – prevederebbe queste novità:
un innalzamento al 37 per cento (non più 35) della soglia minima necessaria a una coalizione per ottenere il premio di maggioranza al primo turno, evitando il ballottaggio;
un abbassamento al 4,5 per cento (prima era il 5) dello sbarramento per i partiti coalizzati, mentre per quelli fuori dalle coalizioni il limite resterebbe dell’8 per cento;
una norma cosiddetta “salva-Lega” che prevede seggi in Parlamento per i partiti che alle elezioni – pur non superando il 4,5 per cento su base nazionale - raggiungano, in almeno 7 circoscrizioni limitrofe, una certa percentuale (si parla del 9 per cento, ma alcuni dicono l’8 oppure il 7).
Resterebbero invece le candidature plurime: ma con un tetto massimo di 3 o 4 circoscrizioni in cui sarà possibile presentarsi.
Infine sarà il governo (come di prassi) ad avere la delega per ridisegnare i collegi elettorali, ma dovrà farlo entro 45 giorni e non entro 90 come previsto inizialmente.
Per quanto apparentemente burocratico, è quest’ultimo il numero più interessante.
Inserire l’obbligo di ridisegnare nuove circoscrizioni entro 45 giorni dall’approvazione della legge, potrebbe significare avere in testa elezioni a breve.
Un mese e mezzo dopo il sì definitivo all’Italicum, per dire.