Italia verso la bancarotta...
Zero Hedge rilancia un articolo sul disastro economico dell’Italia, ormai vicina alla bancarotta, commentando le parole dell’investitore francese Charles Gave. Tutto questo è l’ovvio sintomo di un’economia la cui competitività è stata distrutta da un tasso di cambio artificialmente fisso (l’euro). Un investitore avveduto non punterebbe nulla sull’Italia in questo momento. Eppure, prima della moneta unica e per decenni ininterrotti, l’economia italiana aveva saputo correre ben più di quella tedesca.
Quando Charles Gave, il “pater familias” di Gavekal, decide di esprimere il suo scontento per un certo andamento economico, una categoria di investimento o quel che volete, non usa tanti mezzi termini. Se vi trovate nella stanza con lui in quel momento, può darvi un po’ l’impressione della voce del Padreterno che scende dall’alto, e con la sua lunga, fluente chioma bianca appare come l’attore protagonista che prende la scena.
Oggi Charles si è espresso sull’Italia. Per prima cosa ci ha ricordato che, quando l’Italia ha adottato l’euro nel 1999, lui stesso aveva sostenuto che si sarebbe trasformata da un’economia con un’alta probabilità di ricorrere spesso alla svalutazione, a un’economia con la certezza di finire in bancarotta. Ora, dice, il momento fatale non è lontano.
Ci mostra un paio di grafici “prima e dopo”. Prima del marzo 1999 e dopo di allora fino ad oggi. Ha confrontato la produzione industriale italiana e tedesca e le condizioni dei rispettivi mercati azionari.
Ha notato che dal 1979 al 1998 la produzione industriale italiana cresceva più di quella tedesca per oltre il 10 percento, e le azioni italiane superavano le equivalenti tedesche di oltre il 16 percento. Tutto ciò tenendo conto delle svalutazioni. L’Italia del nord è una vera e propria centrale energetica di produttività. O meglio, lo era…
Poi è venuto l’euro. Dal 1999 le azioni italiane hanno fatto peggio di quelle tedesche del 65 percento, e dal 2003 la produzione industriale italiana è rimasta indietro rispetto a quella tedesca per oltre il 40 percento. Quindi, riassume Charles in breve.
La diagnosi è semplicemente che l’Italia ha spaventosamente perso competitività, e di conseguenza è diventata insolvente. Tutto ciò è chiaro dalle condizioni pericolanti del suo sistema bancario, ed è sempre questo il risultato, quando le banche prestano credito a imprese che sono state rese non competitive a causa di qualche incosciente banchiere centrale…
Si tratta della bancarotta nazionale meglio prevista e descritta, e ora inevitabile, che io abbia visto nei miei 45 anni di carriera.
di Charles Gave