Il Welfare per i dipendenti...

08.03.2022 14:38
La Regione Piemonte in tema di Welfare aziendale, non sta facendo nulla.
Dovrebbe-potrebbe essere un riferimento per le altre amministrazioni pubbliche... ma non solo … ed invece è tutto fermo.
Di chi è la responsabilità?
Il CSA ha più volte chiesto conto all’amministrazione regionale di questo immobilismo… ma nulla si muove… ed il tempo passa!
E pensare che nella legge di conversione del decreto Sostegni, che ha ottenuto il via libera definitivo della Camera il 19 maggio 2021, l’importo dei fringe benefit aziendali sale sino a 516,46 euro per tutto il 2021.
A prevedere l’estensione della disposizione che aumenta il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati dall’azienda ai lavoratori dipendenti che non concorre alla formazione del reddito è l’art. 6-quinquies, che ha come oggetto “Misure per l’incentivazione del welfare aziendale”.
I “fringe benefits“, sono lo strumento di welfare aziendale che consente ai datori di lavoro di cedere ai propri lavoratori un importo da spendere in beni e servizi.
Una spesa che non è soltanto quella potenzialmente indirizzata a postazioni per lo smart working (sedute ergonomiche, scrivanie e prodotti di illuminazione specifici per lavorare, anche da casa, in modo adeguato ed in termini di salute e sicurezza), bensì è rivolta anche a riconoscere rimborsi per il servizio di connessione dati internet, voucher per l’acquisto di libri o voucher per il trasporto pubblico e molto altro ancora.
L’amministrazione regionale, con questo atteggiamento, dimostra solo di “predicare bene all’esterno dell’Ente… ma di razzolare molto male al proprio interno”.
Non solo nel periodo di emergenza 2020-2021 non ha previsto nessun rimborso a favore dei dipendenti che in SW  hanno continuato a lavorare da casa, ma anche adesso non dando corso al Welfare aziendale e non avendo fatto nulla in merito al Piano Organizzativo afferente il Lavoro Agile, continua nell'approccio “negazionista”.
Peraltro il non assegnare questi “benefit” ai dipendenti regionali previsti dalla normativa statale, significa, di fatto, non voler concorrere attraverso questo strumento alla crescita dei consumi in Piemonte.
Se l’approccio degli amministratori politici della Regione Piemonte è questo, ci domandiamo come potranno migliorarne l’efficacia e l’efficienza e, soprattutto, come questi interpreti della politica potranno attivare quei cambiamenti nei processi pubblici richiesti da più parti.