Il “rosatellum” viola...

19.11.2017 20:30
Le violazioni formali e sostanziali della Costituzione da parte della legge elettorale detta “rosatellum”.
 
L’approvazione della legge elettorale “rosatellum”, avvenuta con tre col pi di “fiducia” alla Camera e cinque colpi di “fiducia” al Senato, appare come qualcosa di assolutamente fuori del prevedibile, in quanto, anziché tutelare la “appartenenza” della sovranità al popolo e il suo corretto “esercizio” nell’interesse di questi“, molto visibilmente calpesta e si impadronisce dei “poteri sovrani” del Popolo stesso, platealmente violando norme imperative della nostra Costituzione.
La prima plateale violazione costituzionale, con contemporanea invasione dei poteri sovrani del Popolo, è quella dell’art. 72 Cost. Infatti, come si è accennato, il Parlamento (e cioè l’Organo dello Stato comunità che dovrebbe rappresentare e tutelare gli interessi del Popolo) è stato costretto ad approvare una legge elettorale, a causa delle otto
“mozioni di fiducia” poste dal governo, in palese contrasto con la tutela della sovranità popolare, considerata, sia sotto l’aspetto dell’appartenenza, sia sotto l’aspetto del suo esercizio.
 

Con questo strumento, non previsto in Costituzione, ma dai Regolamenti parlamentari (generalmente, per consentire di convertire in legge i decreti legge entro sessanta giorni dalla loro emanazione), in realtà è stata coartata la volontà del Parlamento, poiché esso è stato costretto a scegliere tra la eventuale approvazione della legge senza altre conseguenze, o la sua non approvazione produttiva di una “crisi di governo”. In altri termini, il Parlamento è stato posto nell’impossibilità di votare contro la legge elettorale in esame. Ed è da porre in evidenza che il Parlamento, obbedendo al Governo, si è assunto la responsabilità dell’operato, in quanto è stata la maggioranza parlamentare che nella realtà, approvando la legge, ha platealmente violato il citato articolo 72, quarto comma, della Costituzione.

 
Non meno invasivo dei “poteri sovrani” del Popolo è poi il “contenuto” di questa legge. In sostanza è stato tolto al Popolo italiano il potere, fondamentale in democrazia, di scegliere i propri rappresentanti, quei soggetti cioè cui affidare la “rappresentanza politica” degli interessi del Popolo. Infatti, non c’è traccia delle “preferenze” da esprimersi sui candidati da parte degli elettori. Si parla soltanto di una quota maggioritaria di due terzi e di una quota proporzionale di un terzo, per le quali saranno i partiti a proporre i loro “listini bloccati”. Come se ciò non bastasse, si prevede che il voto dato per la quota maggioritaria, votando nei collegi uninominali, vale anche per il voto da ripartire per la quota proporzionale. In altri termini, è vietato il cosiddetto “voto disgiunto”, nel senso di permettere all’elettore di votare un candidato del collegio uninominale facente parte di una certa lista e di poter scegliere per la quota proporzionale anche un candidato appartenente a una lista diversa. Il colmo si raggiunge poi
nella previsione che consente di candidarsi in cinque collegi proporzionali diversi, oltre che nel collegio uninominale, con l’assurda conseguenza che i “partiti” potranno “blindare” alcuni nomi presentandoli fino a sei volte.
Insomma, con questa legge, il sommo “potere sovrano” del popolo, quello di eleggere liberamente i propri “rappresentanti”, è passato ai “partiti”, i quali sono posti in grado di strumentalizzare il voto popolare in vista delle loro spartizioni di potere.
 
E tutto questo avviene attraverso patenti violazioni delle disposizioni costituzionali. Violato è innanzitutto l’artico 3 della Costituzione, poiché è certamente “irragionevole” che una legge, la quale dovrebbe rendere libera e trasparente la scelta dei “rappresentanti politici”, chiamati a “esercitare” la sovranità del Popolo, nell’interesse di questi, fa sì che
siano gli stessi “candidati” che si accordano tra loro, per consegnare la vittoria al personaggio loro stessi più gradito. Violato è altresì l’art. 48 Cost., il quale prevede , al secondo comma, che “il voto è personale ed eguale, libero è segreto. Il suo esercizio èdovere civico”. Infatti, a ben vedere, sono cancellati, sia l’eguaglianza, sia la libertà del
voto. Se si pensa che con questa legge i partiti hanno il potere di favorire un candidato sugli altri, è evidente che chi vota secondo la volontà dei partiti riesce a dare al suo voto un peso maggiore di quello espresso da chi non si associa alla volontà partitica. Inoltre, manca anche la “libertà” del voto: basti pensare che non ci sono “preferenze” e che
l’elettore è costretto a scegliere nell’ambito di “listini bloccati.
 

D’altro canto, e la cosa è davvero impressionante, il cittadino non può più esercitare il suo voto come “dovere civico”, poiché, come è evidente, il ”dovere” è quello di esprimere una “volontà propria”, non una volontà contorta e soffocata dal sistema elettorale. Ma ciò che appare ancora più sorprendente è che viene praticamente cancellato anche l’art. 49 Cost., secondo il quale i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Quale “politica nazionale” esprimono questi partiti, che propongono programmi menzogneri, pensano a strane coalizioni con altri partiti e tutto sono disposti a fare, pur di entrare a far parte della maggioranza parlamentare?

La verità è che, con questa legge, il Parlamento si è posto contro il principio sacro santo dell’”appartenenza” della sovranità a Popolo e si è appropriato dei “poteri sovrani” di un altro Organo dello Stato comunità, Il “Corpo
elettorale”, ingabbiando le sue attribuzioni in una serie di norme che impediscono il libero svolgimento “dell’esercizio” della sovranità popolare.