Il gioco delle tre carte...

08.12.2013 13:30

Ma i consiglieri regionali si sono veramente ridotti i loro emonumenti? Secondo l’economista Roberto Perotti, ordinario alla Bocconi, su Lavoce.info, non è così. L’antefatto. 

Nel dicembre 2012 il governo Monti impose un tetto alla remunerazione dei consiglieri regionali: la somma di indennità, diarie e rimborsi a forfait  non avrebbe dovuto superare gli 11.100 euro lordi mensili per un consigliere senza altre cariche.

Incredibilmente, alcuni consigli regionali, tra i quali pare anche quello piemontese, sono riusciti a cogliere l’occasione per aumentare gli emolumenti netti ai propri consiglieri.

A posteriori, il trucco è di una semplicità disarmante: si riduce l’emolumento totale, in modo che non superi gli 11.100 euro. Ma  si riduce di molto l’indennità, che è tassabile, e si aumenta la diaria, che è un rimborso a forfait, quindi di fatto un reddito non tassabile. Al netto delle tasse, ora un consigliere guadagna di più.

Nella tabella la colonna 1 mostra le componenti del reddito di un consigliere senza altri incarichi e abitante nel capoluogo, prima della riforma Monti:  9948 euro di indennità lorda e 2402 euro di rimborsi a forfait. Il totale,  12350 euro, eccedeva il nuovo limite.

Con una legge di fine 2012, il Consiglio regionale ha quindi ridotto l’indennità a 6.600 euro, ma ha aumentato il rimborso forfetario a 4.500 euro.

Il totale è ora esattamente di 11.100 euro . Ma poichè le tasse totali sono diminuite, al netto delle tasse un consigliere ora guadagna  più di prima. Quanto esattamente dipende da quante sedute perde il consigliere, perché prima c’era un gettone  per ogni presenza e  ora c’è una penalizzazione per ogni assenza: la tabella mostra il reddito netto se si è presenti a tutte le sedute, in media 7 al mese, o si perdono 4 sedute (la media per i consiglieri regionali piemontesi nel 2011).