Giovani senza lavoro...

13.03.2016 19:34

Mario Draghi in una intervista al quotidiano britannico Guardian, affronta il problema dei giovani europei senza lavoro.

"La disoccupazione giovanile è una tragedia e impedisce alle persone di giocare un ruolo pieno e significativo nella società. Tutti noi beneficiamo da una economia solida. E perciò abbassare gli alti livelli di disoccupazione giovanile è una priorità per tutti". Sono nette e preoccupate le parole di Nella visione del presidente della Banca Centrale Europea, la questione tocca anche le fasce della popolazione più anziane poiché "nessuno rimane giovane per sempre". Draghi trova rischioso per l'intera economia del continente il fatto che milioni di ragazzi dai 16 ai 34 anni non possano creare ricchezza.

"Se un giovane su due è escluso dal mercato del lavoro - e questo accade ancora in alcuni paesi europei - questo danneggia seriamente l'economia poiché chi vuole lavorare non trova una occupazione e non sviluppa le proprie capacità. Ciò minaccia l'armonia sociale. La disoccupazione alla lunga accresce i problemi sociali e la cattiva salute".

Draghi si dice preoccupato dalla "crescente disuguaglianza" che sta contribuendo alla mancata partecipazione dei giovani nel campo professionale: "Questo è un tema al quale dobbiamo dedicare estrema attenzione". E fornisce una ricetta della Bce: "Il ruolo della bce è mantenere la stabilità dei prezzi, la quale previene una distribuzione ingiusta della ricchezza. Per esempio una nostra ricerca dimostra che nella zona euro una inflazione troppo bassa provoca un passaggio di ricchezza dalle famiglie più giovani e indebitate verso quelle più anziane che tipicamente sono creditori netti".

Il consiglio del presidente della Banca centrale ai governi è quello di favorire la creazione di posti di lavoro "e rendere la loro società più giusta". "L'idea generale è creare un mercato del lavoro giusto e flessibile dove le imprese non hanno paura di assumere personale quando ne hanno bisogno e specifiche categorie di persone non rimangano svantaggiate quando i loro datori di lavoro hanno bisogno di tagliare sul costo del lavoro".