Genny ‘a Carogna...

05.05.2014 22:04

Allo stadio Olimpico di Roma si gioca la finale di Coppa Italia 2014 tra il Napoli e la Fiorentina.

Presenti alla partita alte cariche istituzionali e non, tra gli altri ricordiamo: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Presidente del Senato Pietro Grasso, il Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, i vertici della FIGC e Gennaro De Tommaso, alias Genny ‘a Carogna, capo degli ultras partenopei del gruppo Mastiffs e dell’interacurva A dello stadio San Paolo di Napoli.

E’ quest’ultimo il personaggio della serata che ha oscurato la popolarità altrui.

Il giovanotto è salito all’onore della cronaca in quanto ha gestito magistralmente l’ordine pubblico in una serata “agghiacciante” per la drammaticità degli eventi accaduti nel pre-partita.

Genny ‘a Carogna dopo aver parlato a lungo col capitano del Napoli Hamsik e i vertici della Questura della Capitale e i rappresentanti del Prefetto ha autorizzato la disputa della finale vinta poi dalla squadra azzurra.

Certo ‘a Carogna non è uno stinco di santo.

Genny ha referenze importantissime, c’è il collaboratore di giustizia Emilio Zapata Misso che spiega: “Gli equilibri fra i gruppi di tifosi e quelli fra clan camorristici si influenzano gli uni con gli altri (…) Il capo dei “Mastiffs” è figlio di Ciro De Tommaso camorrista affiliato al clan Misso (…)”.

C’è anche il racconto di Salvatore Russomagno, pentito del clan Mazzarella che spiega : “Dell’esistenza di azioni punitive che avvengono quando un calciatore gioca male oppure non si presenta alle riunioni presso i circoli sportivi, ovvero parla male dei tifosi e in particolare dei Mastiffs. I Mastiffs sono violenti e non gradiscono le dichiarazioni dei calciatori contro la violenza degli stadi, talvolta gli orologi rapinati ai calciatori sono stati anche restituiti, così a Cavani e alla moglie di Hamsik, non so chi le commise ma sono stati i Mastiffs a fare avere indietro gli orologi”.

Alla fine il presidente Aurelio De Laurentiis a Coppa Italia conquistata nel corso di un’intervista lo riconosce : “A Napoli è tutto diverso”.

Povera nostra Italia… io mi vergogno. Cambiare per non perire...