Corruzione? NO grazie...
L’ennesimo scandalo politico italiano non ha suscitato alcuna sorpresa.
Chi si meraviglia ancora della corruzione dilagante nel nostro paese? Siamo una nazione in declino che crede ancora alle favole che gli raccontano i gruppi di potere dei partiti e dei sindacati tradizionali.
Sarebbe interessante fare uno studio sul costo totale della corruzione della prima e della seconda repubblica, i risultati ci direbbero che una buona percentuale del debito pubblico, forse anche più del 50 per cento, se lo sono mangiato le tangenti, in altre parole i soldi che dovevano servire a far crescere il paese hanno fatto ingrassare i corrotti.
Altro che evasione fiscale, un capro espiatorio che tanto piace a tutta la classe politica, qui si tratta del ladrocinio del denaro pubblico.
Ma perché gli italiani non si ribellano? Forse non abbiamo ancora toccato il fondo, il continuo tentativo di cercare di arrangiarsi, permette di sopravvivere.
Fin quando saremo in grado di sopravvivere arrangiandoci in Italia non ci sarà un terremoto politico come è avvenuto qualche anno fa in Islanda.
La situazione invece è drammatica ed infatti i figli dei ricchi e dei potenti sono tutti all’estero, quei pochi che sono rimasti mandano avanti l’azienda di famiglia nella palude della corruzione politica o sono collocati nel mondo del lavoro grazie agli “amici degli amici”.
In Italia come in Venezuela o in Messico non si fanno affari senza pagare mazzette, questo è uno dei motivi per cui pochi sono disposti ad investire nel nostro paese.
Prima del ricambio della classe politica e sindacale bisogna cambiare la mentalità degli italiani, un’impresa non da poco.
Basti pensare che nelle recenti votazioni delle RSU in Regione su 2600 elettori ben 600 non sono andati a votare e 100 sono state le schede bianche o nulle…