Corruzione...
“Mi viene da dire ‘a volte ritornano’. Ci sono realtà che ciclicamente riportano situazioni di questo genere. Realtà nelle quali facciamo fatica a individuare i meccanismi della corruzione”. Sembra quasi rassegnato, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, di fronte all’ennesima inchiesta che ha coinvolto dirigenti e funzionari corrotti dell’Anas, e che ha portato a una nuova raffica di arresti e di incriminazioni, tra le quali quella del deputato di Forza Italia Marco Martinelli.
“Probabilmente”, osserva Cantone a margine della presentazione del libro “Io, morto per dovere’ (Chiarelettere), di Luca Ferrari e Nello Trocchia, sulla storia del poliziotto Roberto Mancini che indagò sulla Terra dei fuochi, “se le cose non cambieranno, tra dieci anni ci ritroveremo nella stessa situazione. Noi ci stiamo provando, ma mi chiedo e vi chiedo se è possibile pensare che su ogni appalto che c’è in Italia, vi sia un funzionario Anac. Io non ho risposte semplici, ma una soluzione potrebbe essere quella di approntare un sistema serio di autoregolamentazione. Vediamo il nuovo codice appalti, ma ora tutti si chiederanno se sia il caso di mantenere organismi con un tale tasso di centralizzazione, poi, quando si polverizzano le autorità, si dice che la corruzione c’è proprio perché è impossibile controllarle”.
Cantone, nel corso della presentazione del libro, ha rievocato anche la storia di Roberto Mancini e di altri rappresentanti dello Stato che si sono sacrificati per la verità e per la giustizia, a partire da Giovanni Falcone: “L’Italia è uno strano paese. Perché ci si ricordi di qualcuno, occorre che questo qualcuno muoia”. E non ha risparmiato qualche stilettata ad alcuni ex.colleghi magistrati: “Quando la giustizia si occupa di certi soggetti – ha affermato - cambia velocità. Quando si tratta di individuare soggetti border-line, la magistratura mostra un lato meno entusiasmante di se stessa. In passato – ha aggiunto - si è molto giocato sul meccanismo degli eroi. Penso al trattamento che fu riservato a Giovanni Falcone, ma non da parte della politica, bensì della magistratura, additato da tutti come un traditore. Quegli stessi che lo accusavano di tradimento, li sentii a distanza di poco meno di un mese dalla strage di Capaci, chiamarlo eroe. Non costa nulla mettere una corona il giorno della commemorazione. E spesso i soggetti che commemorano – ha concluso - non hanno le caratteristiche per commemorare…”