Basta tergiversare oppure qualcuno a casa...
QUESTA LA LETTERA INVIATA DAL CSA AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA, AGLI ASSESSORI ED AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.
Nel corso della precedente legislatura, l’Organizzazione sindacale scrivente aveva sollecitato l’Amministrazione regionale ad aderire al progetto “Lavoro agile per il futuro della PA - Pratiche innovative per la conciliazione vita-lavoro” gestito dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Programma Operativo Nazionale (PON) Governance e Capacità Istituzionale 2014/2020, Asse 1).
La Regione Piemonte non ha aderito a tale progetto.
L’impressione è che il nostro Ente, su questa tematica, sia sostanzialmente “fermo”.
Ricordiamo che l’articolo 14 della Legge 7 agosto 2015, n. 124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, prevede che le amministrazioni pubbliche adottino misure organizzative volte a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso meccanismi che favoriscano un’organizzazione delle attività flessibile, non più incentrata sulla presenza fisica ma su risultati misurabili.
Rientra tra le forme di lavoro “agile” lo “smartworking”, basato su un’ampia flessibilità che mette nelle migliori condizioni di attività le lavoratrici e i lavoratori, dal punto di vista del luogo, degli strumenti e dell’organizzazione e il co-working, per uno svolgimento della prestazione lavorativa e un’organizzazione delle risorse umane e strumentali basati sulla condivisione dell’ambiente di lavoro.
Relativamente all’individuazione dei dipendenti destinatari delle predette misure, nessuna tipologia o categoria di lavoratore è aprioristicamente esclusa.
In base al succitato articolo, le amministrazioni pubbliche sono quindi chiamate a sperimentare nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, anche al fine di tutelare le cure parentali.
L’articolo 14 della legge 124/2015 precisa, tra l’altro, che ai dipendenti che si avvalgono di tali modalità debba essere garantito che “non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera”.
Tutto ciò premesso, l’Organizzazione sindacale scrivente ritiene non più procrastinabile la costituzione dell’Organismo paritetico per l’innovazione previsto dall’articolo 6 del vigente CCNL.
Ricordiamo che tale Organismo è la sede in cui si attivano stabilmente relazioni aperte e collaborative tra le parti su progetti di organizzazione e innovazione, miglioramento dei servizi - anche con riferimento alle politiche formative, al lavoro agile ed alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro - al fine di formulare proposte all'ente o alle parti negoziali della contrattazione integrativa su tutto ciò che abbia una dimensione progettuale, complessa e sperimentale, di carattere organizzativo dell’ente.
Concludendo la presente, si evidenzia il ruolo centrale dei dirigenti dell’Ente Regione Piemonte sia in veste di promotori dell’innovazione dei sistemi organizzativi di gestione delle risorse umane sia di garanti contro le discriminazioni.
I dirigenti, infatti, oltre ad essere potenziali fruitori, al pari degli altri dipendenti delle misure innovative di svolgimento della prestazione lavorativa recate dall’articolo 14 della legge 124/2015, sono tenuti a salvaguardare le legittime aspettative di chi utilizza le nuove modalità in termini di formazione e crescita professionale, promuovendo percorsi informativi e formativi che non escludano i lavoratori dal contesto lavorativo, dai processi d’innovazione in atto e dalle opportunità professionali.
In tal senso si chiede che l’Amministrazione vigili sul corretto approccio culturale della dirigenza regionale in merito all’applicazione delle misure innovative di che trattasi.
Ringraziando per l’attenzione, nel restare in attesa di quanto richiesto, si porgono cordiali saluti.