3000 euro...

02.01.2016 14:49

Il limite di transazioni con contante a 3000 Euro? Perché? 
Il tetto esistente era stato introdotto nel 2012, al picco della crisi dell’euro,quando l'Unione Europea stava pressando l’Italia affinché inasprisse i controlli sull’evasione fiscale. Da quando i pagamenti con carte di credito sono più facili da tracciare, si è pensato che un limite sui contanti avrebbe forzato i negozianti e altri a dichiarare maggiormente il loro giro d'affari.

Renzi ha già aumentato da 50.000 a  150.000 l’importo di tasse che può essere evaso senza incorrere in alcuna sanzione. Entrambe le mosse fanno chiedere cosa abbia in mente il giovane primo ministro italiano, elogiato per il suo programma riformista.

I critici di Renzi, inclusi alcuni membri del suo stesso partito di centro sinistra lo accusano di provare cinicamente a trovare supporto dalle piccole imprese e dai lavoratori autonomi (inclusi molti dottori e avvocati), che votano tradizionalmente a destra.

Ma l’idea principale di Renzi è che incoraggiare l’utilizzo di denaro contante possa spronare i consumi e accelerare la ripresa economica italiana da quella che è la più lunga recessione nella storia del Paese. 

 Il punto non detto, comunque, sembra essere che se gli italiani pagassero ancora meno tasse, avrebbero a disposizione dei redditi più alti.

L’opinione che essere indulgente verso l’evasione fiscale sia un bene per l’economia ha una lunga storia in Italia. Era comune tra i Democristiani, che hanno dominato i governi fino al 1980. Capire se Renzi condivida l’idea o meno è impossibile. Ma di sicuro il tema gli sta a cuore: ad Ottobre dichiarò di essere pronto a scommettere il futuro del suo governo su ciò, sottoponendo al voto di fiducia in parlamento l’aumento della soglia dell’utilizzo di contante.

Secondo uno studio del 2012 del gruppo socialdemocratico del Parlamento Europeo, nel 2009 i governi dell’UE hanno perso 860 milioni di euro in evasione fiscale. Di questi, 180 milioni – circa un quinto – erano stati registrati in Italia, cifra di gran lunga più elevata tra gli stati membri. In proporzione ai proventi d’imposta generali l’Italia si è piazzata decima, dietro la Grecia e diversi altri Paesi dell’Europa orientale, ma tra i Paesi occidentali è stata decisamente il maggior colpevole.

A partire dalla crisi dell’euro le politiche di austerità hanno portato le tasse a livelli ancora più alti. 

Saldare l’intero debito risulta dunque doloroso ed evitabile. Imbrogliare sembra del tutto razionale, se si pensa che lo fanno tutti e che lo Stato da poco valore al denaro. Le aziende restano piccole per evitare i controlli fiscali; i lavoratori si mettono in proprio per lo stesso motivo.

Un governo audace potrebbe provare a risolvere questo caos abbassando le tasse, migliorando l’applicazione delle leggi ed ampliando la base imponibile.

Invece, rendendo più facile imbrogliare, Renzi non farebbe che garantire che l’onere di ripagare lo Stato ricada sulle spalle di pochi. 

Mah…