Tutti assolti i colleghi... molto bene!!!

02.03.2019 05:38

Non c’è stata alcuna corruzione dietro la variante che ha permesso alle imprese costruttrici di risparmiare sui lavori per il grattacielo della Regione Piemonte, un’opera ancora incompiuta. È quello che pensa il Tribunale di Torino che il 27.02.2019 ha assolto i  sei imputati accusati a vario titolo di falso, abuso d’ufficio e corruzione al termine di un processo che, per quanto sia lenta la giustizia italiana, è comunque stato più rapido del cantiere di questa opera faraonica: il termine dei lavori – interrotti per il crac di un’azienda – era previsto per questa primavera...

Nei confronti dei sei imputati la procura aveva chiesto condanne dai 2 anni e 4 mesi fino a 3 anni e 4 mesi. Il sostituto procuratore Francesco Pelosi ha chiesto la pena più alta per un ex presidente della Regione, Ezio Enrietti, amministratore di fatto di un’azienda che aveva ottenuto subappalti per cinque milioni di euro. 

In cambio, sospettava la procura, avrebbe garantito l’approvazione della variante più economica da parte di Maria Grazia Ferreri, sua moglie e soprattutto (ex) direttrice regionale del Patrimonio della Regione Piemonte. Verso di lei il pm aveva chiesto una condanna a tre anni. Altre condanne erano state richieste per Paolo Rosa (tre anni e quattro mesi), procuratore dell’associazione temporanea di imprese Torre Regione Piemonte (guidata da Coopsette, finita in liquidazione) che avrebbe dovuto realizzare il progetto di Massimiliano Fuksas, poi modificato per contenerne i costi e ottenere dei guadagni; per i funzionari regionali Claudio Savasta e Luigi Robino (due anni e mezzo e due anni e otto mesi) e per Claudio Santese, collaboratore di Enrietti (due anni e quattro mesi).